giovedì 29 dicembre 2011

Il funerale di Camicia


La chiesa bellissima, degna della classe di Mario, la moglie e i due figli composti nel loro dignitoso dolore è contenti allo stesso tempo di vedere quanto il loro Mario fosse amato, la dove ce ne fosse stato bisogno. Commovente l'intervento della figlia Francesca che ha concluso dicendo "mi raccomando papà non fare casino anche lassu'". Erano presenti Franco Chimenti, tantissimi presidenti di golf club e anche qualche giocatore in particolare Lorenzo Gagli. Forse mi aspettavo la presenza di altre persone ... Con oggi si chiude un'altra pagina del golf italiano. Addio chemise!

lunedì 26 dicembre 2011

Auguri di Cuore!

Auguri a tutti gli amici di Golfitaliano.it e di Golfitalianowebtv.it
Torneremo il 2 Gennaio PER UN 2012 che ci auguriamo possa essere per tutti straordinario...
Donato Ala

mercoledì 7 dicembre 2011

Crisi nel Golf in Italia?


Crisi nel Golf in Italia?
Inchiesta esclusiva di Donato Ala e Daniel Bolufer

Il Golf può portare a pensare prospettive di ‘sport’ diverse a seconda del paese in cui si vive. In Gran Bretagna è considerato come uno degli sport più importanti nonchè più praticati, i campi e le quote sono accessibili per tutte le classi sociali (crisi permettendo). Inoltre, la tradizione di questo sport è rispettata da tutta la società, così, nessuno può accusare il suo vicino di poter permettersi di giocare qualche buca sul campo del quartiere. Molti spazi abilitati per giocare, gente desiderosa d’imparare e rispettosi per lo sport fanno del golf un “must” perr gli irlandesi, inglesi oppure scozzesi. Forse questa ‘infermità’ sana è la ragione per cui molti dei grandi golfisti hanno un passato umile, in grado di rompere con lo stereotipo di ‘sport per ricchi’.
Dall’altra parte del mondo, per gli americani il golf è l’unico sport che fa da canale di collegamento con gli inglesi. L’ amore degli americani e degli inglesi per il golf è divenuto cosi grande a partire dalle prime edizioni della Ryder Cup. Correva l’anno 1927, quando la nazionale statunitense si batteva contro una selezione di giocatori dalla Gran Bretagna. Fino a quando l’Irlanda nel 1977 e dopo, il resto d’Europa nel 1979 formarono l’attuale competizione che nacque per l’assoluto dominio americano fino trenta anni fa. Però gli ultimi otto campionati hanno girato la fortuna in direzione del continente europeo.
Tornando all’Europa, le condizioni in paesi come la Svizzera, la Germania o la Francia sono appropriate al fine di conservare in maniera ottima le installazioni durante tutto l’anno. In più, la bellezza paesaggistica degli Alpi oppure il sud del paese gallico aiutano a godersi una vacanze tra montagna e golf.
Golfitaliano ha fatto un sondaggio coprendo tutta la geografia italiana dei golf club, per scoprire la vera situazione dei circoli di golf. Dalla Valle d’Aosta fino la Sicilia ed abbiamo potuto notare che malgrado la lunga distanza tra l’ isola e la regione alpina i problemi sono gli stessi per tutto il paese.
Non sono buoni momenti per incoraggiarsi ad iniziare la pratica di uno degli sport che dicono più costosi, anche se prova alla mano il tennis e lo sci lo sono ancora di più.
Il colpo della crisi mondiale sul Golf è un fatto chiaro. L’ 74% dei Club hanno dichiarato che la crisi ha influito “molto” mentre il 26% hanno risposto “poco”.
Alla domanda “il numero di soci nel vostro circolo e’ aumentato”, il 54% hanno risposto in maniera poco ottimista, “poco” oppure “uguale” (36%) il 10% considera che il numero de soci nel suo Club è diminuito.
La soluzione di offrire un servizio “low cost” per risolvere la crisi per il 57% non sembra buona e vede come una cattiva soluzione offrire prezzi più bassi.
Nonostante la difficile situazione, i responsabili dei club sono ottimisti per il futuro del Golf. L’83% crede che esista luce alla fine del tunnel, il 17% è pessimista.
L’87% pensa ad una strategia di miglioramento della propria economia, mentre Il 13% vuole seguire la propria strategia che fino a questo momento è risultata ottima.
Questi dati, dimostrano che i circoli dovranno adeguarsi al momento non troppo felice che sta interessando anche il ceto alto della nostra società.


I risultati
1. Quanto ha influito la crisi economica mondiale nel Golf?
a) Molto 54’5%
b) Poco 45’5%
c) Niente 0
2. Il numero di soci nel vostro circolo e’aumentato?
a) Molto 0%
b) Poco 45’5%
c) Uguale 45’5%
d) Diminuito 9%
3. Pensate che offrire un servizio ‘low cost’ possa aiutare a migliorare l’economia del vostro circolo.
a) Si 45’5%
b) No 54’5%
4. Siete ottimisti sul futuro del Golf?
a) Si 73%
b) No 27%
5. Avete pensato ad una strategia di miglioramento o mantenimento dei vostri servizi nel 2012?
a) Si 91%
b) No 9%
6. Pensate di aprire o migliorare il vostro circolo con il turismo golfistico?
a) Si 100%
b) No 0%

giovedì 1 dicembre 2011

Grazie Mario!


Voglio pubblicare in anteprima l'articolo che ho dedicato al mio Chemise nel prossimo numero di LIVE IN.

Mi chiamava “punta cunta” era un suo modo di cazzeggiare con me, io lo chiamavo “chemise”, lui che mi ha fatto entrare in questo mondo meraviglioso che è il golf, come? Era una notte di circa 12 anni fa, non riuscivo a prendere sonno e facendo zapping sulla tv mi sono imbattuto nel commento di una partita di golf americano. Fino a quel momento per me il golf era totalmente sconosciuto e pensavo “ chissà che divertimento provano ad inseguire una pallina", mi sembrava un gioco così stupido …ma la voce di Mario, profonda, quasi rauca, mi attrasse proprio mentre spiegava le regole del golf. Per fortuna avevo Internet e cominciai a navigare cercando tutto quello che si poteva trovare sul Golf, le regole, i costi e come si poteva cominciare. La mia indole imprenditoriale mi portò ad una considerazione: i pochi siti che c’erano non erano aggiornati o di poco spessore e quindi cominciai la mia carriera imprenditoriale e giornalistica ideando e costruendo il primo portale italiano dedicato al golf: toscanagolf.it , poi il seguito fu golfitaliano e la webtv. Il mio primo obbiettivo fu subito quello di conoscere “chemise” e così feci. Lo conobbi ad un edizione dell’open d’italia, ero emozionato ma bastarono due battute come solo lui sapeva fare, che fu l’inizio di una grande amicizia e stima professionale. Mario, ogni tanto andava a vedere il mio portale, mi chiamava e mi dava piccoli ma preziosi consigli che naturalmente accettavo senza discutere. Devo a lui tutto questo e il giorno che, rientrando da uno dei miei viaggi di golf all’estero, mi dissero “ Mario è in coma", ho provato un gran senso di vuoto, l’impossibilità di parlargli, di dargli forza, mi ha fatto stare male. Mario con tutti i suoi pregi e difetti è comunque il golf in Italia, a lui devono dire grazie molte persone, anche quelle che spesso sentivo dire o scrivere “ Camicia deve lasciare le cronache”. A questo persone dico: le cronache del golf oggi senza Mario, perderanno quella piccola vena di ironia che faceva sembrare meno noiosa una gara di golf, una battuta o un dato sbagliato come può influire su una telecronaca di 5 ore? almeno con lui potevamo sorridere ed oggi, credetemi, ne avremmo avuto davvero bisogno. Grazie Mario per quello che mi hai dato e senza retorica, ti dico che mi mancherai.. ti voglio bene vecchio “chemise” buon viaggio!